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Don Giorgio Pontiggia 1979/1984

 

Sono arrivato alla Rondinella alla fine del Settembre 1979, dove sono rimasto come incaricato dell’oratorio per 5 anni fino al settembre 1984.
Devo dire che sono stati certamente tra gli anni più belli della mia vita, da salesiano.
Arrivavo dalla casa salesiana di Chiari in provincia di Brescia, dedito soprattutto alla scuola, ma non nascondo la voglia e il desiderio che avevo di lavorare in un oratorio o in una parrocchia.
Nelle prime settimane don Claudio e don Gianni mi hanno aiutato a conoscere e ad entrare nell’ambiente in cui avrei dovuto lavorare.
Le prime sensazioni furono quelle di: meraviglia, ammirazione e contentezza per il lavoro bello e interessante che mi aspettava, e per le persone che appena conosciute, già diventate amiche mi circondavano con affetto e simpatia, anche se sempre una domanda mi passava per la mente: “Ce la farò?”
Come incaricato dell’oratorio sono stato subito coinvolto e interpellato da altre realtà della casa salesiana. Anzitutto dalla Parrocchia Maria Ausiliatrice con il parroco don Pietro Cremaschi, che mi conosceva da tempo e mi ha accolto molto favorevolmente, con don Vittorio Rosa responsabile del Centro Familiare, con il quale sono sempre andato d’accordo, con gli incaricati delle Opere Sociali Don Bosco superando alcune ruggini createsi negli anni precedenti e per finire con gli altri confratelli che mi hanno sempre sostenuto e incoraggiato.

In quel periodo anche la collaborazione con le altre parrocchie e con gli altri parroci di Sesto è stata molto proficua, per cercare di organizzare attività per i giovani.    La presenza dell’oratorio nel Quartiere e in Città era segnata dall’accoglienza di centinaia di ragazzi e giovani per il gioco, l’educazione, la socializzazione e tutti quei regali che lo stesso distribuisce ‘respirando’.            Recentemente don Pierfausto Frigoli, il Superiore venuto a nome del Rettor Maggiore, diceva: ‘Mi chiedo cosa sarebbe stato questo quartiere e tutta questa Zona senza la presenza di don Bosco’.                    Certamente anche l’Oratorio Rondinella ha plasmato la Comunità Umana in mezzo a cui vive ed opera. Questa è senza dubbio la prima ‘realizzazione’ dell’Oratorio, che ho cercato anche negli anni in cui ho potuto lavorarci di mantenere come fondamentale caratteristica.
Non è chiaramente merito mio. E’ una ‘forza’ che l’Oratorio ha in sé come realtà educativa e come grazia dello Spirito Santo.

Per questo coinvolge persone che vi dedicano simpatia, collaborazione, e si può dire, per alcuni, la vita stessa.
Bisogna allora che ricordi innanzitutto i Salesiani che mi hanno affiancato: don Gianni Fanti, Donato, Luigi Caluzzi, il Signor Eugenio.
Inoltre sono da ricordare le nostre Suore, gli Animatori e le Animatrici, i Catechisti e le Catechiste, i Dirigenti e gli Allenatori del GS Rondinella, i Collaboratori e le Collaboratrici, le Mamme i Papà, i Giovani e i Ragazzi, tutti, ma specialmente quelli che non si sono lasciati trascinare, ma sono stati protagonisti nell’avventura dell’Oratorio.
Da ricordare in modo particolare: Chicco, (l’attuale Direttore della Scuola Salesiana), Ivano, il signor Rino Gatti, suor Luisa, Enrico, Germano, Ersilio, Claudio, Gigi, Emanuela e Franco, Mario, Luciano, Ezio, Carletto, le ‘gang’ del 61 e del 66...
Povero me! Come faccio a proseguire? Tutti ricordo e tutti ringrazio.       Tutti insieme abbiamo sempre lavorato con simpatia in sintonia e, in allegria con tutte le difficoltà del caso ma sempre con impegno, divertimento e passione.
A iniziare dal ‘Quand’ero piccolo’ in teatro, agli spettacoli, ai campeggi e campi scuola, alle gite segna-pioggia, alle Oratoriadi, alle Feste di Primavera, alle Grandi Vacanze.       Diventato parroco, ho trovato la strada spianata e aperta proprio dall’esperienza, dalle conoscenze, e dai legami maturati in Oratorio.      Anche adesso in Etiopia sento che quegli anni e quelle persone mi hanno plasmato e mi ispirano a mantenere il Cuore Oratoriano del Buon Pastore.

                                                                                                                                                                   Don Giorgio

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